top of page

Divina Commedia: Paradiso

Aggiornamento: 25 mar 2021

Il Paradiso è la terza delle tre cantiche che compongono la Divina Commedia di Dante Alighieri, dopo l'Inferno e il Purgatorio.

Nella sua Epistola XIII Dante dedicò la cantica a Cangrande della Scala.

La struttura del Paradiso è costruita sul sistema geocentrico di Aristotele e di Claudio Tolomeo: al centro dell'universo sta la Terra, nella regione sublunare, e intorno ad essa nove sfere concentriche, responsabili del movimento dei pianeti. Mentre l'Inferno è un luogo presente sulla Terra, il Paradiso è un mondo immateriale, etereo, diviso in nove cieli: i primi sette prendono il nome dai corpi celesti del sistema solare, gli ultimi due sono costituiti dalla sfera delle stelle fisse e dal Primo mobile. Il tutto è contenuto nell'Empireo. Il rapporto tra Dante e i beati è molto diverso rispetto a quello che il poeta ha intrattenuto coi dannati e i penitenti: tutte le anime del Paradiso, infatti, risiedono nell'Empireo, e precisamente nella Candida Rosa, dal quale essi contemplano direttamente Dio; tuttavia, per rendere più comprensibile al viaggiatore l'esperienza del Paradiso, le figure gli appaiono di cielo in cielo, in una precisa corrispondenza astrologica tra la qualità di ogni pianeta e il tipo di esperienza spirituale compiuta dal personaggio descritto: così, nel cielo di Venere appaiono gli spiriti amanti, e in quello di Saturno gli spiriti contemplativi e via dicendo.

All'ingresso del Paradiso terrestre, situato sulla cima della montagna del Purgatorio, Virgilio, che secondo l'interpretazione figurale rappresenta la Ragione, scompare e viene sostituito da Beatrice, raffigurante la Grazia della fede, la Teologia. Ciò simboleggia l'impossibilità per l'uomo di giungere a Dio per il solo mezzo della ragione umana: sono necessari uno scarto intuitivo e un diverso livello di «ragione divina», rappresentati appunto dall'accompagnatrice. Successivamente, a Dante si affiancherà una nuova guida: Beatrice lascia maggiore spazio a san Bernardo di Chiaravalle, pur restando presente e pregando per il poeta nel momento dell'invocazione finale del santo alla Madonna. La Teologia non è sufficiente per elevarsi alla visione di Dio, alla quale si può giungere solo attraverso la contemplazione mistica dell'estasi

rappresentata allegoricamente da san Bernardo.


23 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page